Meet the Hubber: Ulrich Broger Segantini
- adminticino
- 30 giu
- Tempo di lettura: 3 min
Ulrich Broger Segantini è una presenza storica negli spazi di Impact Hub Ticino. Con un piede nella moda e lo sguardo rivolto all’innovazione sostenibile, accompagna startup e PMI in percorsi di crescita con un importante focus sull’etica.
Fondatore di b.unlimited SA, lavora per dimostrare che sostenibilità e creatività non sono solo compatibili, ma possono diventare i veri motori del cambiamento.
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Ciao Ulrich! Puoi raccontarci chi sei e di cosa ti occupi?
Mi chiamo Ulrich Broger Segantini e, anche se il mio nome potrebbe suggerire un pittore romantico dell’Ottocento, in realtà mi occupo di aiutare aziende del mondo della moda a navigare le acque (spesso agitate) dell’innovazione, della sostenibilità e dell’espansione internazionale.
Come CEO di b.unlimited SA, il mio ruolo è quello di consulente, visionario e – ogni tanto – pompiere strategico per start-up e PMI che vogliono crescere senza perdere la bussola etica.
Puoi raccontarci un po' di più di b.unlimited? Quali sono state (e quali sono tutt’ora) le sfide che hai affrontato? A che punto ti trovi adesso?
b.unlimited SA nasce da un’idea semplice ma ambiziosa: dimostrare che la moda può essere al tempo stesso sostenibile, redditizia e bella. Offriamo consulenza strategica, soprattutto a brand emergenti e aziende del settore moda e lifestyle, supportandole nello sviluppo di prodotti, nella creazione di filiere etiche e nella conquista di nuovi mercati.
La sfida più grande? Far capire che sostenibilità non è (solo) un hashtag ma una leva concreta per l’innovazione e il vantaggio competitivo. E poi, ovviamente, spiegare che “100% canapa” non è un’allusione ma un tessuto rivoluzionario.
Oggi b.unlimited è in fase di consolidamento e selezione: collaboriamo con progetti che credono davvero nel cambiamento e che vogliono posizionarsi in modo autentico e differenziante sul mercato globale. Parallelamente, stiamo espandendo la nostra rete di aziende, creativi e professionisti che condividono i nostri valori e la nostra visione. Per noi, la comunità è parte integrante della trasformazione.
Con il tuo lavoro desideri avere un impatto positivo?
Assolutamente sì. Vorrei contribuire a creare un’economia della moda in cui qualità, trasparenza e rispetto per l’ambiente non siano l’eccezione, ma la norma.
Con b.unlimited non ci limitiamo a dare consigli: siamo anche ideatori di progetti concreti come 5styles, un marchio che promuove materiali rivoluzionari e sostenibili – primo fra tutti la canapa. Abbiamo sviluppato il primo denim al mondo realizzato al 100% in canapa con un'impronta di carbonio minima e un consumo idrico ridotto al minimo. Il nostro obiettivo è dimostrare che moda e rispetto ambientale non solo possono convivere, ma insieme possono ridefinire gli standard dell’intero settore.
In Ticino – che spesso viene percepito come periferico rispetto ai grandi centri creativi – vedo un potenziale enorme: come hub di connessione tra cultura italiana, precisione svizzera e apertura internazionale.
Vorrei contribuire a costruire un’economia della moda dove qualità, trasparenza e sostenibilità non siano eccezioni, ma la norma.
Se poi riuscissimo anche a rendere il consumo più consapevole e meno compulsivo, potrei finalmente dormire sonni tranquilli… almeno fino al prossimo pitch.
Perché hai scelto Impact Hub Ticino come luogo per lavorare? Che valore ti dà?
In realtà, non ho scelto io Impact Hub Ticino…è stato lui a scegliere me! Ero già qui quando si chiamava ancora Spazio 1929 – quindi potremmo dire che sono stato "ereditato" dall'Hub. Da allora non me ne sono più andato. Perché? Perché ha tutto quello che serve: energia, connessioni, caffè decente, wi-fi che non ti tradisce nei momenti importanti, e una scrivanie fresca in estate e calda in inverno.
Ma soprattutto, perché è un luogo dove le idee si contaminano. Non importa che tu ti occupi di blockchain, apicoltura urbana o economia circolare: all’Impact Hub trovi sempre qualcuno con cui scambiare una visione – o almeno una battuta.
Il valore più grande è quello umano: sapere che fai parte di una comunità che, oltre a lavorare, riflette sul senso di quello che fa. E questo, nel 2025, è già una rivoluzione.
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