Meet the Hubber: Ramona Banfi
- adminticino
- 29 set
- Tempo di lettura: 2 min
Tra le diverse persone che abitano quotidianamente gli spazi di Impact Hub Ticino c'è Ramona Banfi: oltre ad essere una grande amante delle piante, Ramona è una UX/UI designer con un bel background in comunicazione visiva.
Nel suo lavoro si dedica a progettare esperienze utente intuitive e accessibili, con l’obiettivo di rendere piattaforme e applicazioni non solo funzionali ed esteticamente belle, ma soprattutto inclusive.
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Ciao Ramona! Puoi raccontarci chi sei e di cosa ti occupi?
Mi chiamo Ramona Banfi e sono nata e cresciuta a Lugano. Ho fatto il Bachelor alla SUPSI in Comunicazione Visiva e successivamente un MAS in Interaction Design nella stessa università.
Mi occupo di UX/UI design e progetto interfacce digitali, come Web App, App Native e CMS, con lo scopo principale di rendere queste interfacce intuitive, utili e il più comprensibili possibile per le persone che le devono utilizzare. Progetto tutte le interazioni, ad esempio dove viene indirizzato l’utente quando preme un determinato pulsante, insieme alla parte grafica del prodotto.
Le mie esperienze lavorative si sono svolte principalmente a Torino, città che adoro, e successivamente a Losanna, dove attualmente lavoro da remoto: una modalità che mi permette di continuare a godere del bel clima della nostra regione :)
Puoi raccontarci di cosa ti occupi?
Attualmente lavoro presso SpotMe, un’azienda di Losanna che sviluppa una soluzione digitale per eventi in presenza, ibridi e virtuali. La mia responsabilità consiste nell’ottimizzare e progettare l’intera user experience nel nostro ecosistema di prodotti. Gli utenti che utilizzano la piattaforma sono molteplici: organizzatori dell’evento, speaker, moderatori e partecipanti finali. È quindi molto sfidante poter progettare per esigenze e utilizzi diversi.
C'è un impatto positivo che vorresti avere con il tuo lavoro?
Mi interesso molto di accessibilità, cioè rendere un’interfaccia usabile da chiunque, incluse le persone con disabilità.
Finora in Europa le leggi hanno riguardato soprattutto il settore pubblico, ma da giugno di quest’anno anche le aziende private devono rispettare questi standard. Per ottenere un prodotto accessibile designer e sviluppatori devono collaborare: alcuni aspetti dipendono dal design, come contrasto dei colori, aree touch minime ed errori comprensibili; altri invece dal codice, come gerarchia e landmark che permettono ad esempio agli screen reader, software che leggono ad alta voce i contenuti sullo schermo per chi non vede o vede poco, di interpretarli correttamente.
Poiché molte persone interagiscono con il mondo grazie alle interfacce digitali, in futuro vorrei specializzarmi ancora di più in questo ambito per aiutare il maggior numero possibile di utenti.
Perché hai scelto Impact Hub Ticino come luogo per lavorare? Che valore ti dà?
Passare dal lavoro in ufficio a Torino, dove alla fine della giornata ci si incontrava con i colleghi per un aperitivo, a un lavoro 100% da remoto è stato difficile all’inizio. Il lavoro da remoto ha molti aspetti positivi, ma si perde un po’ di socialità.
Impact Hub mi ha permesso di ritrovare qualcosa di simile a un ufficio fisico: vengo soprattutto per incontrare persone e prendere un caffè in compagnia, e anche perché, da grande amante delle piante, adoro gli spazi verdi che offre sia all’interno sia all’esterno.




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