top of page

Meet the Hubber: Alan Pipitone

  • adminticino
  • 29 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

Vi presentiamo un’altra delle storiche persone che abitano Impact Hub Ticino: Alan Pipitone, software e firmware developer che frequenta i nostri spazi da ancora prima della nascita della nostra associazione, quando Villa Gujoni era conosciuta come Spazio 1929.


Oltre ad avere una forte vena artistica, Alan ha fondato una propria azienda, Violet Atom, con cui unisce informatica, elettronica ed elettrotecnica.

Nel corso del tempo ha realizzato numerosi progetti a impatto, che riflettono la sua passione per l’innovazione e la creatività tecnologica.


Continua a leggere per saperne di più ⤵️


ree



Ciao Alan! Puoi raccontarci chi sei e di cosa ti occupi?


Mi chiamo Alan Pipitone e sono un appassionato di nuove tecnologie. Dopo aver studiato elettronica ed elettrotecnica, ho approfondito il mondo dell’informatica, unendo così le due aree per realizzare progetti che spaziano dall’hardware al software.


Negli anni ho sviluppato prototipi tecnologici avanzati, soprattutto nel campo della computer vision, del machine learning e dell’IoT.


Mi piace creare soluzioni complete: dal sensore che raccoglie i dati, all’algoritmo che li elabora, fino all’interfaccia che permette all’utente di interagire con il sistema.



Puoi raccontarci di cosa ti occupi e le sfide che porta il tuo lavoro?


Una delle sfide più grandi del mio lavoro è trovare nuovi clienti in settori tecnici e di nicchia come l’elettronica embedded e la computer vision. Tuttavia, grazie a un’esperienza trasversale, riesco a occuparmi anche di progetti software e web, come la realizzazione di app mobile, piattaforme cloud o siti aziendali.


Questa versatilità mi permette di offrire un servizio completo, dalla progettazione del firmware fino alla pubblicazione dell’app o del sito, adattandomi alle esigenze di startup, aziende e ricercatori.



C'è un impatto positivo che vorresti avere con il tuo lavoro?


Credo di aver già avuto modo di dare un contributo concreto attraverso i miei progetti. In passato ho sviluppato per un cliente il prototipo di un dispositivo medico pensato per aiutare le persone con difficoltà motorie a tornare a camminare. È stato un progetto impegnativo, che univa competenze di elettronica, controllo motori, comunicazione Bluetooth e sviluppo di app mobile per consentire ai medici di configurare e monitorare il dispositivo in tempo reale.


Più recentemente ho curato la parte tecnica di una mostra su temi complessi e di grande sensibilità (di cui per ora preferisco non anticipare nulla), un’esperienza che mi ha permesso di applicare la tecnologia in un contesto culturale e comunicativo, non solo tecnico.



Perché hai scelto Impact Hub Ticino come luogo per lavorare? Che valore ti dà?


Frequento questo spazio da molto tempo, ancora da quando si chiamava Spazio 1929. Conservo un ricordo molto bello di quel periodo: c’era un’atmosfera artistica e informale che favoriva la creatività e gli incontri. Da lì è nata anche una delle collaborazioni più significative della mia carriera, quella che mi portò a sviluppare il dispositivo per il recupero motorio.


Impact Hub ha sicuramente introdotto nuovi servizi e opportunità, anche se lo spirito di Spazio 1929 rimane per me unico. L’edificio, essendo storico, presenta qualche limite strutturale (d’estate fa molto caldo e d’inverno piuttosto freddo) e, considerando i costi degli spazi, credo sarebbe importante intervenire per migliorare il comfort. Nonostante ciò, resta un luogo a cui sono molto legato e che considero una parte significativa del mio percorso professionale.








 
 
 

Commenti


bottom of page