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Meet the Hubber: Matteo Piergiovanni

  • adminticino
  • 28 mar
  • Tempo di lettura: 3 min

Matteo Piergiovanni fa parte della community di IHT ormai da metà 2023. Come Senior Software Engineer, opera "dietro le quinte", ma il suo lavoro si riflette nella vita di moltissime persone ogni giorno.


Scopri di più sul suo impatto positivo leggendo l'intervista completa!






Ciao Matteo! Puoi raccontarci chi sei e cosa fai?


Ho sviluppato una forte passione per l’informatica già durante il periodo scolastico quando ho scoperto la possibilità di programmare i computer e di fargli eseguire i compiti che immaginavo. Quella che era iniziata come una curiosità si è presto trasformata in una vera e propria passione.


Ho poi studiato alla Facoltà di scienze informatiche dell'USI di Lugano, dove ho acquisito le conoscenze fondamentali e la curiosità per intraprendere la mia carriera in questo campo.

Ho potuto ricoprire diversi ruoli in startup in Ticino, e adesso ricopro la posizione di Senior Software Engineer presso Elastic un azienda nata in Olanda.


Lungo il percorso, ho imparato a spostare la mia mentalità dal concentrarmi sulle soluzioni a breve termine all'adottare una prospettiva a lungo termine. Ho capito che per prendere decisioni efficaci è essenziale vedere il sistema nel suo complesso.

Questo approccio garantisce che l'esperienza dell'utente rimanga in primo piano, proprio come un produttore di biciclette che deve sempre progettare pensando al ciclista.

Attualmente sono profondamente motivato dall'opportunità di lavorare con colleghi di livello mondiale in Elastic.


Sono molto orgoglioso di sapere che il mio lavoro, anche se dietro le quinte, ha un impatto sulla vita di centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo.



Ti va di raccontarci anche del progetto che hai portato avanti per l'Associazione culturale NEXT*?


Mi sono avvicinato all'Associazione NEXT durante le superiori, dove ho avuto l'opportunità di fare uno stage con loro.

È stato durante questo stage che ho iniziato a sperimentare la robotica e la programmazione. Questa prima esposizione ha gettato le basi per un progetto a cui ho lavorato in seguito: un drone sviluppato per il festival della scienza “Phosphorus” nella mia città, Senigallia. Il drone era controllato attraverso i movimenti della mano e il suo decollo era innescato dalla concentrazione: un concetto che, all'epoca, mi sembrava fantascientifico. Quel progetto risale a quasi dieci anni fa, ma ha acceso la mia passione per l'innovazione.


In seguito, ho partecipato a un progetto in cui ho sviluppato un software per una escape room itinerante allestita in un container. Il progetto mirava a portare un senso di divertimento e spensieratezza alle comunità colpite dal terremoto del 2016, in particolare a Fabriano, Matelica e Camerino (IT). Il sistema era relativamente semplice, con uno schermo all'interno della stanza che mostrava timer e indizi, e un altro per l'operatore per comunicare con i partecipanti. Credo che questo progetto abbia avuto un impatto significativo, offrendo una via di fuga dalle difficoltà di quel momento alla comunità.


Una delle lezioni più importanti che ho imparato da queste esperienze è che chiunque, indipendentemente dal proprio lavoro o titolo, ha il potenziale per avere un impatto positivo. Che si tratti di tecnologia, creatività o collaborazione, tutti possono contribuire al cambiamento.



Che impatto positivo (nel mondo, in Svizzera, in Ticino) che vorresti avere con il tuo lavoro?


Come software engineer, credo che la tecnologia abbia il potere di creare cambiamenti significativi.

Uno degli impatti che aspiro ad avere attraverso il mio lavoro è il miglioramento dell'accessibilità e dell'usabilità dei prodotti digitali. Attorno a noi molte volte vediamo degli esempi negativi, basti pensare che ogni volta che usiamo l’AI per scrivere una mail di 100 parole viene utilizzata una bottiglietta d’acqua per raffreddare i server, per questo nel mio piccolo cerco di utilizzare gli strumenti a noi accessibili con parsimonia.


A livello territoriale invece mi piacerebbe vedere più iniziative che uniscano tecnologia e impatto sociale, come il progetto con l'Associazione NEXT, dove ho dimostrato come la programmazione possa diventare uno strumento per portare valore concreto nelle comunità. Mi piacerebbe continuare a lavorare su progetti che abbiano un impatto reale, rendendo la tecnologia non solo più potente, ma anche più vicina alle persone.



Perché hai scelto Impact Hub Ticino come luogo dove lavorare? Che valore ti dà o pensi possa darti?


Ho scelto Impact Hub Ticino perché si distingue come spazio di coworking che favorisce la collaborazione e la comunità, differenziandosi da altri spazi che spesso creano isolamento tra le persone. Da quando mi sono iscritto, ho avuto l'opportunità di entrare in contatto con oltre 100 persone di diverse culture, nazionalità e background professionali.


Questo ricco mix di prospettive è uno degli aspetti più gratificanti della mia presenza qui. Inoltre, i momenti informali ma preziosi, come aperitivi e colazioni, sono un vero punto di forza.

Non solo offrono un'atmosfera rilassata, ma sono anche un'ottima occasione per creare legami significativi, rendendo l'ambiente di lavoro piacevole e intellettualmente stimolante.





*NEXT è un'associazione culturale italiana che si occupa della diffusione a livello locale e nazionale in particolare della cultura scientifica, tecnologica e artistica.

 
 
 

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